giovedì 18 dicembre 2008

Di fronte alla persona amata è molto più grande l'intensità dell'amore quando ti
fermi ad un metro, e tutto vibra, e tutto sembra volerla afferrare. Non per
trattenerti dall'afferrare, ma perché c'è un'adorazione e un riconoscimento del
significato della cosa. E tu sei lì che vivi questo sentimento di significato e
trattieni l'impeto che ti spingerebbe ad una presa puramente meccanica. Per
amare una presenza tu devi riconoscere che essa è del Mistero, di Cristo: ciò di
cui è fatta è Cristo. E tutto in te viene proteso come domanda a Cristo che si
sveli, che si faccia vedere. Perché quando Cristo si farà vedere in quella
faccia, sarà la fine del mondo, sarà l'Eternità! Essere ad un metro senza
prendere vuol dire essere tutto proteso nel prendere coscienza del segno che
essa è, del valore di segno che essa è. Per questo niente al mondo la può
cancellare, proprio perché è segno di Cristo. Se è segno di Cristo, quello che
ti viene come conseguenza è lo struggimento perché Cristo si riveli in lei.
Don Giussani


mercoledì 10 dicembre 2008


Mostrami un’amante che sia pur bellissima:
a che servirà la sua bellezza se non come un segno
dove io legga il nome di colei che di quella bellissima è più bella?

William Shakespeare

venerdì 5 dicembre 2008


Era un uomo cattivo, ma cattivo, cattivo, cattivo,
eppure così cattivo il Signore lo salvò:
quando si alzava la mattina tutto gli dava fastidio
a cominciare dalla luce, perfino il latte col caffè.

Ma un dì si chiese chi era che gli dava la vita,
un dì si chiese chi era che gli dava l’amor.

“Ci se ne frega della vita! Chi se ne frega dell’amore!”
lui ripeteva queste cose, ma gli faceva male il cuore.
Ed il Signore dal cielo tanti regali gli mandava,
lui li guardava appena, anzi alle volte poi si lamentava.

Ma un dì si chiese chi era che gli dava la vita,
un dì si chiese chi era che gli dava l’amor.

Poi un giorno vide un bambino che gli sorrideva,
vide il colore dell’uva e la sua nonna che pregava,
poi vide ch’era cattivo e tutto sporco di nero,
mise una mano sul cuore e pianse quasi tutto un giorno intero.
E Dio lo vide e sorrise, gli tolse quel suo dolore,
poi gli donò ancor più vita, poi gli donò ancor più amor…

Era un uomo cattivo, ma cattivo, cattivo, cattivo,
eppure così cattivo il Signore lo salvò.

Claudio Chieffo, L'uomo cattivo

martedì 2 dicembre 2008

by Edward Hopper

Lontano lontano nel tempo
qualche cosa
negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t'amavano tanto

E lontano lontano nel mondo
in un sorriso
sulle labbra di un altro
troverai quella mia timidezza
per cui tumi prendevi un po' in giro

E lontano lontano nel tempo
l'espressione
di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l'aria triste che tu amavi tanto

E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto
chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano.

Luigi Tenco, Lontano lontano

domenica 30 novembre 2008


In the dark of this exile
I fel the grace of your smile.

Bruce Springsteen, Lucky day

giovedì 27 novembre 2008

Bateau, Caspar David Friedrich


Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.


Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.


Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.



I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.



Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale
ed io avrò cura di te... io sì, che avrò cura di te


Franco Battiato, La Cura

domenica 23 novembre 2008

Martino Astolfi, Tavo, Brembo


When you can live forever..
What do you live for?

Twilight

mercoledì 19 novembre 2008

Amore e Psyche, Antonio Canova


"Tu fino ad'ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. io non sono per te che una volpe uguale a centomilia volpi. Ma se tu mi addomestichi noi avremo bisogno l'uno dell'altra. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."


Antoine, de Saint-Exùpery, Le Prince Prince

lunedì 3 novembre 2008

Dylan Dog


cielo che stai qua
proprio sopra il mare
tu che potrai guardarla
abbracciala e dille
che il suo profumo l'ha lasciato qua.


Matrioska, Cielo di settembre

domenica 2 novembre 2008

Silvi


Eppure era da un sacco che non ascoltavo "Autogrill".

quella sua straordinaria malinconia, quel forse inconscio e tenero modo di guardare quella ragazza dietro al banco.
anch'io sono stata una ragazza dietro al banco (di un bar) quest’estate. e c'è stato, in tutto quel caleidoscopio di incontri, persone, facce, cuori, chi ha saputo guardarmi, dall'altra parte del bancone, come nessuno mai, come se sempre quella fosse per me la prima volta di esser presa così!

perché ancora prima del desiderio di fuggire insieme, c'è il desiderio di amarti, immensamente! quel desiderio geloso e incoerente, che però in fondo lascia che tu sia dove sei, senza dirti niente, per amore a te.

non si è più sinceri per quante parole si dicono, ma per quanto si riesca a vivere quell'amore in tutte le mille sfaccettature della vita. e di questo te ne ringrazio immensamente.

non l'avevo ancora capito, prima di stasera, ma ora ne sono certa. amarti vuol dire questo, sentire che non sei mio, che sei tu adesso dietro al bancone, e che posso solo lasciarti quei due nichel di mancia e andare via.

non conosco il perché di questo mio incontro, ne mi spiego come riesca a volerti così bene, in tutto il mio sconfinato egoismo.
e quell'autostrada è ancora lunga da finire, ma profondamente scavata da quel tuo dolcissimo sguardo.

da una lettera

giovedì 23 ottobre 2008

Girl with the pearl earring, Jan Vermeer, Detail

The way your heart beats when I hold you tight
The way you sigh when we kiss goodnight
The way the wind blows through the trees
Well hey, that's the way you belong to me

The way you soothe me when I'm in pain
The way you make the blood rush in my veins
The way the winds rush through the trees
Well hey, that's the way you belong to me

When I lose faith you take my hand
The way you make me feel like I'm a man
The way the sun belongs to the sea
Well hey, that's the way you belong to me

Sometimes at night I lie awake
I pull you close and feel each breath you take
The way the rivers belong to the seas
Well hey, that's the way you belong to me

Bruce Springsteen, The way

Quid est quare me coram illo (amico meo) non putem solum?

Seneca, Epistulae ad Lucilium

domenica 19 ottobre 2008

sul dolore...the way


Gli dei ci hanno concesso una grazia violenta.

Eschilo

giovedì 16 ottobre 2008

Festa Ele 2008


Zarathustra:"Io crederò in Te solo quando i tuoi seguaci mi parleranno del gusto della vita"


Nietsche, Also Sprach Zarathustra

domenica 5 ottobre 2008

Tempesta, William Turner

Nihil differamus; cotidie cum vita paria faciamus.

Seneca

venerdì 3 ottobre 2008


Qui può esser tormento, non morte.

XXVIII Purgatorio

venerdì 26 settembre 2008

Dylan Dog

Forse perché della fatal quiete
tu sei l'immago a me sì cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,

e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme

delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.

Ugo Foscolo, Alla sera

mercoledì 24 settembre 2008

Roberto Bolle e Alessandra Ferri


They scream your name at night in the street
Your graduation gown lies in rags at their feet
And in the lonely cool before dawn
You hear their engines roaring on
But when you get to the porch they're gone
On the wind, so Mary climb in
It's a town full of losers
And I'm pulling out of here to win.


The Boss, Thunder Road

venerdì 19 settembre 2008

The kiss, Edward Munch


...I figli miei,
ch'amo pur tanto, le più volte all'ira
muovonmi il cor, se mi accarezzan... Fero,
impaziente, torbido, adirato,
sempre; a me stesso incresco ognora, e altrui;
bramo in pace far guerra, in guerra pace:


(...)


...angoscia il breve sonno; i sogni
terror.


Vittorio Alfieri, Saul

mercoledì 17 settembre 2008

Bolt, olympic games 2008
Ieri è storia,
domani è mistero,
oggi è dono..
perciò è chiamato presente


(dal blog di un'amica)

lunedì 15 settembre 2008

Olympic Games 2008

...son persuaso che il più gran castigo che possa darsi ad un ignorante ardito è di lasciarlo ignorante e ardito.

Pietro Verri, Il Caffè

giovedì 11 settembre 2008


uomini che nelle loro infinite antinomie e incoerenze, nella loro debolezza amano. E amano così tanto che da questo sono salvate.

Capisci che innamorarsi è da tutti, ma amare è una consapevolezza molto più ampia, che supera anche l'innamoramento stesso. Uno inizia ad amare veramente quando vuole il bene per se e per l'altro. E volere il bene per se e per l'altro significa stare a tutte le condizioni, a tutte le difficoltà, alla realtà che ti è messa davanti con la certezza che Cristo si manifesta anche lì. E questo supera anche la ragazza che ti molla, perché sai che è per la sua/tua felicità!!!Quindi il dolore non solo diventa sopportabile, ma anche fecondo!

(sinceramente non ricordo di chi sia!)
Bussel

Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì ch’erano la noia e la paura e la rabbia a render così breve la vita d’un gabbiano.

Richard Bach, Il gabbiano Jhonatan Livingston

domenica 7 settembre 2008

Roberto Bolle e Svetlana Zakharova


Would you dance if I asked you to dance
Would you run and never look back
Would you cry if you saw me crying
Would you save my soul tonight
Would you tremble if I touched your lips
Would you laugh oh please tell me this
Now would you die for the one you love
Hold me in your arms tonight


I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away


Hero, Enrique Iglesias

giovedì 4 settembre 2008


Anna Bellanna ti chiedo perdono
d'aver tradito il tuo caro amore
laggiù dal mare senza ricordo
per troppe volte ho perso il cuore.

Anna Bellanna profuma di salvia
contro il suo petto si stringe vicino
gli dice il cuore non l'hai perduto
e glielo cerca col coltellino

Anna Bellanna il cuore che batte
lo butta in mare a fare corallo
corallo rosso come la fiamma
perchè nessuno possa rubarlo.

Lucio Dalla, Anna Bellanna

mercoledì 3 settembre 2008


Le maniche dei vestiti di Anna erano sporche di crema per le mani, tanto che con l’andare del tempo si erano tutte ingiallite, come un tuorlo d’uovo. Marco lo sapeva, e se ne divertiva, soprattutto da quando le aveva scambiato la Nivea con un autoabbronzante. Le mani, oltre che le maniche, erano diventate arancioni, e vennero pulite solo con il cloro da piscina. Anna non aveva mai fatto caso a quel lento ingiallimento dei suoi capi e Marco non si era mai curato di farglielo notare. Così come Anna non l’aveva mai rimproverato per le macchie di sudore lasciate sui colletti delle camicie. Zitta zitta li strofinava, uno per uno, finché non venivano puliti. Perché Marco aveva proprio la brutta abitudine di sudare tra la nuca e il collo; e se prima Anna se impressionava, col passare del tempo, aveva imparato ad amare anche quelle piccole, sottili,quotidiane gocce di sudore.

Robbi
The little mermeid


Volevo il movimento, non un'esistenza quieta Volevo l'emozione, il
pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. avvertivo
dentro
di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita
tranquilla.

Lev Tolstoj, La felicità familiare
(passaggio
evidendiziato in uno dei libri rinvenuti con la salma di
Chris
McCandless)


-Jon Krakauer, Into the
wild-

martedì 2 settembre 2008


It’s rainin’ but there ain’t a cloud in the sky
Must of been a tear from your eye
Everything’ll be okay
Funny, thought I felt a sweet summer breeze
Must of been you sighin’ so deep
Don’t worry we’re gonna find a way

I’m waitin’, waitin’ on a sunny day
Gonna chase the clouds away
Waitin’on a sunny day

Without you, I’m workin’ with the rain fallin’ down
I’m half a party in a one dog town
I need you to chase these blues away
Without you, I’m a drummer girl that can’t keep a beat
An ice cream truck on a deserted street
I hope that you’re coming to stay

(...)

Hard times, baby well they come to us all
Sure as the tickin’ of the clock on the wall
Sure as the turnin’ of the night into day
Your smile girl, brings the mornin’ light to my eyes
Lifts away the blues when I rise
I hope that you’re coming to stay

I’m waitin’, waitin’ on a sunny day
Gonna chase the clouds away
Waitin’on a sunny day

Bruce Springsteen, Waitin' on a sunny day

venerdì 22 agosto 2008

estate(quasi) a chioggia

anna e giuli
Il sole del mattino
mi trovò sulla strada
a rincorrere il tempo
che avevo perduto.
Ho attraversato i monti,
ho attraversato il mare,
e ora voglio con te continuare il mio viaggio.
Il viaggio, Chieffo

domenica 3 agosto 2008



L'amore vero si dispera o va in estasi
per un guanto perduto
o per un fazzoletto trovato,
e ha bisogno dell'eternità
per la sua devozione e le sue speranze.
Si compone insieme
dell'infinitamente grande
e dell'infinitamente piccolo.


Vicort Hugo

giovedì 24 luglio 2008

diario di bordo, giorno 8

Campagna appena fuori Milano

Il bel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così azzurro quand’è in pace. Diceva il Manzo.
Quel pomeriggio la Robbi guardava quel cielo, assorta come in un sogno.
Perché, vedete, il cielo di montagna non ha eguali. È limpido, sereno, pieno, avvolgente nel suo fascino estremo. Ti si mette a nudo. È quasi prepotente nella sua bellezza. Bello, che ti lascia senza fiato.
Ma tornare a casa è un’altra cosa. Il cielo di Milano è un’altra cosa. È strano, non piace a nessuno. Ha l’aria slavata, stanca, come una cataratta. Ma ci sono dei momenti, dopo una nottata di pioggia, dopo un vento forte d’estate, in cui è come se la cataratta si aprisse. Come se tutto quel casino l’avesse scavato dentro. E dopo è spettacolo. Lo senti, l’aria è cambiata, è fresca, agile, profuma e brilla. Ed è come se ti guardasse. E staresti lì delle ore, stupita, un po’ da questa trasformazione improvvisa, un po’ perché è bello bello. E ti senti a casa, più di prima. Come se quel cielo fosse un po’ più tuo. Come quando ti fai bella per il tuo moroso. Sei sempre tu, ma un po’ di più. Perché sai che cosa stai facendo e per chi. Sai per chi essere bella, sai per chi essere. Quel cielo lì… come se sapesse di essere lì per te.
La Robbi stava col naso all’insù, senza sapere cosa dire. Sorrideva, nella sua stanchezza. E si sentì a casa, come pochissime volte sapeva di esserlo stata.

Robbi

martedì 22 luglio 2008

diario di bordo, giorno 7

Henri Cartier-Bresson

"Ma ho perso le parole, che bello se bastasse solo quello che ho.
(Liga)
Non ne ho più. Non so più cosa dire. Dopo tanto ardimento, per le cose
importanti rimango muta. Un po’ per timore, un po’ per stanchezza. Da quanto non
dormo! Sogno una notte di sonno limpido da una settimana ormai. O chissà, da
molto di più. Non ci è stata ancora data la capacità di sentirsi leggeri.
Ho
pianto di nuovo. E anche quei coglioni di Rtl han messo su “No one” di Alicia
Keys, “Ti sento” del Liga” e “Your song” di Elton John, una di seguito
all’altra! Li ho bestemmiati in tutte le lingue che conosco.
Eppure…
un po’ titubante aggiungo questo “eppure”, perché per voi suonerà male, come è
suonato a me all’inizio. Sembra che stoni.
Dicevamo, eppure, non riesco a
essere del tutto triste. Non fino in fondo almeno. Sì certo, ho pianto. Ma come
mi ha detto Filippo una volta “Donna, i tuoi occhi possono piangere, ma il tuo
cuore dev’essere lieto!”. Ora capisco cosa vuol dire. Io so cosa voglio dalla
mia vita. E mi è sempre sembrato così scontato saperlo! Ma, con quale gioia
posso esserne certa ora! Io voglio essere felice!
Voglio che ogni attimo sia
sempre meglio di quello passato.
Voglio il tempo libero, sì ma libero proprio
ogni attimo!
Vorrei che l’oggi restasse oggi senza domani, o domani potesse
tendere all’infinito.
Io non mi rendo mai conto della bellezza grandiosa che
mi ha incontrato. Dello smodato amore che hanno per me i miei amici! Di come mi
guarda la Spado.
E non sono illusioni. Mi hai detto che ci credo ancora. No,
non credo nei sogni. La vita va per concretezze, va per persone, è
inevitabile.
Ad un certo punto ti ho detto “E se fosse tutto per un bene?”.
Mi hai preso per scema. Non m’importava. “E se i dolori, le fatiche, fossero per
qualcosa di bene?”. Allora ti sei fermato. “Non lo so”. Mi piacerebbe dirti di
sì, e raccontarti perché. Se ti potessi guardare negli occhi ancora una
volta!"

Robbi

lunedì 21 luglio 2008

A walk to remember

Non è padronanza il rapporto fisico: non puoi penetrare una persona fino alla radice dell'anima, mentre se la guardi o la pensi quando è lontana, la possiedi fino alla radice dell'anima."

L. Giussani, Si può vivere così p.121


(grazie Anni!)
Brasserie, Cartier-Bresson

L'azione del fotografare è un confronto con i rischi della vita, l'investimento totale di se stessi di fronte all'effimero, con l'esaltazione che ne può risultare. Ci sarà sempre una gioia nel fotografare: è la gioia dello sguardo, di cogliere la frazione di secondo, è il tiro intuitivo. Uno scatto ha senso solo fintanto che la vita è vissuta in tutta la sua intensità e in tutte le sue dimensioni. Preferisco guardare la realtà che le mie fotografie. Quello che m'interessa è vivere, l'azione! Si crede in certe cose, e poi si adatta ciò in cui si crede quando la realtà non collima più con quanto si desidera. L'arte è sempre sospetta di voler abbellire la vita la fotografia invece, mettendo la coscienza in costante sintonia con l'esistenza, permette di superare la dicotomia tra azione e contemplazione, per quanto mi riguarda, fotografare è un mezzo per comprendere, inseparabile dagli altri mezzi di espressione visiva. Equivale a urlare, liberarsi, non è un modo per provare o affermare la propria originalità, è un modo di vivere.

Henri Cartier-Bresson

giovedì 17 luglio 2008

sunset over Bora Bora


Non è libero né chi fa ciò che vuole ma non facendo ciò che deve, né chi fa ciò che deve ma non facendo ciò che vuole. Libertà è fare ciò che vogliamo facendo ciò che dobbiamo, o fare ciò che dobbiamo facendo ciò che vogliamo.

Carlo Caffarra

mercoledì 16 luglio 2008

Diario di bordo, giorno 6

Atreiu (e Bastian) allo specchio, La Storia Infinita

“Noi pazzi. Anzi, io pazza. Mi pento subito. Ma non per altro, è perché ho
paura. Ho paura del rischio. Ho paura di perdere tutto. Perdo la mia spavalda
sicurezza, il mio slancio che fino a un momento prima mi aveva sollevato verso
l’alto.
Jovanotti diceva, La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di
volare. E questa non l’ho ancora capita.
Si può rischiare con la certezza
che si vince? Puntare tutto sapendo di avere una Scala Reale? Io non lo so. So
solo che un rapporto si fa in due, no?
E così, o è solo l’ingrato sguardo
gelido della fortuna, o forse solo il caso, o forse no, che ci fa incontrare,
che ci rivela lati di noi che nemmeno sapevamo di avere! Lati intrepidi,
coraggiosi… Anima di conquistatori che lottano per ciò che hanno di più caro.
Ecco, forse è proprio questo il punto. Ciò che abbiamo di più caro. Quando
capiamo cosa vogliamo, è come se in un certo senso incontrassimo noi stessi. Ma
tutto noi stessi! Ci ritroviamo come Atreiu di fronte allo specchio
dell’Oracolo. Uno specchio ti costringe a guardarti.
Ciò che abbiamo di più
caro è la cosa meno semplice al mondo. È una botta in testa. (Come dice Thomas
Mann, La bellezza ci può trafiggere come un dolore.)Ti costringe a prendere in
considerazione tutto di te, talenti e miserie. Perché ti ci devi giocare la
pelle. La posta è altissima: sei tu.”

Robbi

martedì 15 luglio 2008

Diario di bordo, giorno 5

David, Michelangelo

Il mio grosso grasso matrimonio greco. Ce l’avete presente? Lei, quando si fa bella e va a lavorare nell’agenzia di viaggi della zia.
Quando la Robbi aveva cominciato a lavorare all’H. si era sentita subito in affinità con Tula Portocalos, vuoi per la rotondità, vuoi per l’innata speranza di vedersi entrare un efebo/adone dalla porta a vetri principale. E, signore e signori, quel giorno venne. Oddio, fu una cosa molto meno impacciata e, purtroppo, molto meno romantica temo. Ma lui, bisogna ammetterlo, era veramente un gran pezzo di efebo.
Il computer era acceso,con un bicchiere di Guinness che troneggiava sullo schermo. Due mani di unghie rosse scivolavano sulla tastiera, a caso, in attesa di telefonate. Ovviamente non potevano mancare i leggendari occhiali viola-milka per completare il tutto.
E lui è arrivato. È entrato dalla porta principale. Vi giuro, bello da togliere il fiato. Una scena quasi da Il mio grosso grasso matrimonio greco. Solo che l’fficio della Robbi era un po’ più affollato rispetto a quello di Tula. E la Giuli lo aveva portato fuori a colazione. Questo nel film non c’era! Uff… però ne era ampiamente valsa la pena. Una vista splendida. Sia davanti che dietro in effetti.
“I miei complimenti!” pensò.
È una di quelle cose che tira su la giornata. Una di quelle cose, come direbbe la Franci, per cui ti dici “Dio esiste!”, perché ha creato qualcosa di tanto bello!
Perdonate lo sproloquio, il lungo monologo, ma quando capitano questi uomini, come fulmini a ciel sereno, vale la pena di spendere tempo a scrivere di lui, come a leggere di chi ha scritto. Ve lo assicuro.


Robbi

Beer is proof that God loves us and wants us to be happy.

Benjamin Franklin

lunedì 14 luglio 2008

Diario di bordo, giorno 4


Luglio era freddo, e il gatto della Cice stava morendo. Già, il gatto. E quante scene erano state fatte per quel gatto! Scene di cui lei non si capacitava, purtroppo. Si sentiva una stronza a non provare niente per quel gatto. Ma non ce la faceva. Era più forte di lei. Quel gatto poteva morire in pace o anche no, ma non gliene importava niente!

Il giorno prima pioveva. Poi, era tornato il sole. Inspiegabile come si riesca ad essere veloci e mutevoli come il tempo che cambia.
La sera prima, un pianto a dirotto, come i suoi soliti, che in fondo, le mancava. La mattina dopo, oltre al mal di testa, uno strano senso di gioia, come luccicante da lontano. Ma tanto bastava a farla stare più tranquilla. Mutevole veramente il cuore dell’uomo.
Chissà se era dipeso dagli Oswego. Dagli Oswego imbevuti in cioccolato e rum. Un tantino di troppo in verità. Come si può ubriacarsi con un pacco di biscotti? Piccola Robbi, lei ci era riuscita. Non che fosse una particolare nota di merito, soprattutto perché le era venuta una sbornia triste la sera prima e un gran mal di testa la mattina dopo, quando si era ostinata a mangiarli di nuovo!
Fosse per i biscotti, fosse per il meteo il cuore era in subbuglio. Testimoni, una sottile linea di brufoli sottopelle sulla guancia destra.
E non capiva donde, dunque, quest’angoscia.

Robbi

venerdì 11 luglio 2008

Dolomiti

La notte è buia e il sonno è profondo
nel silenzio del mio essere.
destati, Pena d'Amore, perchè non so
come aprire la porta, e rimango qui fuori.

attendono l'ore,
vegliano le stelle,
il vento si posa,
il silenzio è pesante nel mio cuore.
destati, Amore! colma il mio bicchiere
vuoto, e increspa la notte
con il soffio di un canto.

Tagore

mercoledì 9 luglio 2008

pensieri...

Parigi


Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.

N.Hikmet

martedì 8 luglio 2008

diario di bordo, giorno 3


Per quella sera pensò di rubare tre lattine di birra dal frigo dell’ufficio.
L’unico peccato era che era birra Moretti.
Un peccato davvero.

Robbi

domenica 6 luglio 2008

Blanch e Sergione

This is for long-forgotten
Light at the end of the world
Horizon crying
The tears he left behind long ago.

Nightwish, Islander

giovedì 3 luglio 2008

(parentesi)


Come manchi tu
non manca niente
di ciò che ha nome
tu manchi
come la gioia
che nessuno sa chiamare.

Davide Rondoni (l'unica poesia che mi piace)

Diario di bordo, giorno 2


Il peggio, pensava, non è quando le cose le sai, belle o brutte, ma quando non le sai! Quando il tempo ti mangia vivo e tu aspetti. E che altro puoi fare? Aspetti. In silenzio, in piedi, seduta, con o senza Coldplay (meglio senza oserei dire)… non importa quello che fai, ti tocca aspettare.
E intanto pensi di tutto (anche Pappalardo lo diceva. Ma che c’entra?).
La radio trasmetteva sempre le stesse dieci canzoni da tre giorni e per giunta per più volte consecutive durante la giornata! Leona Lewis, i Coldplay (per l’appunto!) e Jovanotti. Oddio, “A te” faceva sempre un certo effetto; certo è che il rischio di diventare folli si alzava ogni giorno di più.
La coscienza ferma di quei giorni era che il peggio avveniva quando lei cominciava a sospirare. Lì allora avveniva la netta separazione tra due parti della testa. Quella terra terra, e quella che spiccava il volo nelle aree eteree dei sogni. E questo non era un bene!

Era partita “Moondance” di Micheal Bublè. Sembrava di tirar fuori la testa dall’acqua quando smetti di respirare. Non l’avrebbe mai detto di Micheal (che per inciso era molto più bello chiamare Bubble, pronunciato Babbol!). Bè insomma, grazie Micheal!
Penso che furono i due minuti e quarantacinque più sollevati di tutta quella giornata. Gli unici minuti goduti di quella giornata, forse.


Robbi

mercoledì 2 luglio 2008

Diario di bordo, giorno 1


Le ore non filavano più via come i primi giorni e questa sensazione le dava l’idea di essere vecchia. I vecchi sono stufi. Cazzata. Anche molti giovani, ed anzi, molti vecchi sono pieni di vita da scoppiare. Come diceva il buon Solone “Con l’invecchiare apprendo ancora molte cose”. E lei a 18 anni faceva fatica ad arrivare alla fine di una giornata di lavoro. Molto bene.
Una lucida follia di luglio, in cui la perversione più grande era stata dare un nome al ventilatore. Mitch, per la precisione, come quel fusto di “Baywatch”.


Robbi

martedì 1 luglio 2008

...just one moment can change everything...

domenica 29 giugno 2008

after "match point"

Donna nuda, Edward Hopper


Guardare dall’altra parte della rete. O sei portata o non ce n’è. A volte, per fortuna, l’occhio non trema, la mano è pronta, e la palla non cade. Strano, diresti. Una questione di fortuna. Poi torni sudata allo spogliatoio, coi polmoni gonfi. Strano, pensi. Due punti pesano sulle tue spalle, di cui uno in battuta. Brava, ti dici, stai migliorando. Non è così, e lo sai. Ma non importa. Sei sul trono. Almeno per i prossimi dieci minuti.

Non mi era mai piaciuto giocare a pallavolo. E la cosa che odiavo di più erano le partite di fine anno, quelle che tutti chiamavano “decisive” e che io ostinatamente consideravo solo “le due ore di ginnastica”.
Non avevo neanche un bel culo che potessero guardare, e vi dirò che mi dispiaceva anche di questo. Mi sentivo del tutto inutile e questo ancor di più, mi stufava.
Mi trovavo seduta, in attesa del cambio, e lì mi piaceva. Osservo la gente, quando posso. Faccio delle inquadrature mentali, cerco di entrare dentro le persone senza che loro se ne accorgano. Quasi come guardare un film. E mi rimangono in mente espressioni, movimenti… ma spesso il comportamento della gente mi disturba.
Ecco, non sono la classica eroina tragicomica di se stessa che sta seduta nel suo angolino a guardare i piccioni. Mi piace uscire a bere con gli amici, mi piace più di tutto andare a ballare. I momenti in cui ballo sono quelli in cui mi sento presente, mi sento viva. Sì, potrei dire che i momenti che ballo li vivo. E, diciamolo, ci sono anche portata, e questo è un bene. Non ho bisogno che nessuno mi dica di salire sul tavolo. Lo faccio da me, mi è congeniale. E quando ballo anche agli altri piace, non ho bisogno di altro. Sono crudamente io.





Robbi

Nugae

Into the wild
Il saggio (Liga) dice "Ti sento, al punto che disturbi, al punto che è già tardi... rimani quanto vuoi!".

come quando le cose non te le scegli tu (e di solito sono le migliori), ma te le trovi addosso.
che grande responsabilità vivere! non lasciarsi vivere, ma prendersi sul serio... è come sentirsi al limite di se stessi, e buttarsi. è un rischio.

le cose che ti succedono non le scegli, e questo fa paura. e io adesso ho proprio un po' paura.
non riesco nemmeno a supporre qualcosa, che è una delle cose che mi viene meglio.

"La gloria di colui che tutto moveper l'universo penetra, e risplende..."
Canto I, Paradiso (anche se Dante non mi piace ha detto cose che devo ammettere, sono vere...).

Grazie, infinitamente...

giovedì 26 giugno 2008

un'altra notte finisce
e un giorno nuovo sarà
anna non essere triste
presto il sole sorgerà.

Neffa, Cambierà
Venezia

E' un'incognita ogni sera mia...
Un'attesa, pari a un'agonia.
Troppe volte vorrei dirti: no!
E poi ti vedo e tanta forza non ce l'ho!
Il mio cuore si ribella a te, ma il mio corpo no!
Le mani tue, strumenti su di me,
che dirigi da maestro esperto quale sei...

E vieni a casa mia, quando vuoi,
nelle notti più che mai, dormi qui,
te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai tutta me,
se ti andrà per una notte... .
...

E cresce sempre più la solitudine,
nei grandi vuoti che mi lasci tu!

Rinnegare una passione no,
ma non posso dirti sempre sì
e sentirmi piccola così
tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te.
Troppo cara la felicità per la mia ingenuità.
Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore...

So no sempre tua, quando vuoi,
nelle notti più che mai, dormi qui, te ne vai,
sono sempre fatti tuoi.
tanto sai che quassù, male che ti vada avrai
tutta me se ti andrà per una notte
sono tua, sono mille volte tua.

Mia Mrtini, Minuetto

sabato 14 giugno 2008

i treni a vapore


I treni a vapore (cantata da Mia Martini, stupenda):