mercoledì 16 luglio 2008

Diario di bordo, giorno 6

Atreiu (e Bastian) allo specchio, La Storia Infinita

“Noi pazzi. Anzi, io pazza. Mi pento subito. Ma non per altro, è perché ho
paura. Ho paura del rischio. Ho paura di perdere tutto. Perdo la mia spavalda
sicurezza, il mio slancio che fino a un momento prima mi aveva sollevato verso
l’alto.
Jovanotti diceva, La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di
volare. E questa non l’ho ancora capita.
Si può rischiare con la certezza
che si vince? Puntare tutto sapendo di avere una Scala Reale? Io non lo so. So
solo che un rapporto si fa in due, no?
E così, o è solo l’ingrato sguardo
gelido della fortuna, o forse solo il caso, o forse no, che ci fa incontrare,
che ci rivela lati di noi che nemmeno sapevamo di avere! Lati intrepidi,
coraggiosi… Anima di conquistatori che lottano per ciò che hanno di più caro.
Ecco, forse è proprio questo il punto. Ciò che abbiamo di più caro. Quando
capiamo cosa vogliamo, è come se in un certo senso incontrassimo noi stessi. Ma
tutto noi stessi! Ci ritroviamo come Atreiu di fronte allo specchio
dell’Oracolo. Uno specchio ti costringe a guardarti.
Ciò che abbiamo di più
caro è la cosa meno semplice al mondo. È una botta in testa. (Come dice Thomas
Mann, La bellezza ci può trafiggere come un dolore.)Ti costringe a prendere in
considerazione tutto di te, talenti e miserie. Perché ti ci devi giocare la
pelle. La posta è altissima: sei tu.”

Robbi