"Ma ho perso le parole, che bello se bastasse solo quello che ho.
(Liga)
Non ne ho più. Non so più cosa dire. Dopo tanto ardimento, per le cose
importanti rimango muta. Un po’ per timore, un po’ per stanchezza. Da quanto non
dormo! Sogno una notte di sonno limpido da una settimana ormai. O chissà, da
molto di più. Non ci è stata ancora data la capacità di sentirsi leggeri.
Ho
pianto di nuovo. E anche quei coglioni di Rtl han messo su “No one” di Alicia
Keys, “Ti sento” del Liga” e “Your song” di Elton John, una di seguito
all’altra! Li ho bestemmiati in tutte le lingue che conosco.
Eppure…
un po’ titubante aggiungo questo “eppure”, perché per voi suonerà male, come è
suonato a me all’inizio. Sembra che stoni.
Dicevamo, eppure, non riesco a
essere del tutto triste. Non fino in fondo almeno. Sì certo, ho pianto. Ma come
mi ha detto Filippo una volta “Donna, i tuoi occhi possono piangere, ma il tuo
cuore dev’essere lieto!”. Ora capisco cosa vuol dire. Io so cosa voglio dalla
mia vita. E mi è sempre sembrato così scontato saperlo! Ma, con quale gioia
posso esserne certa ora! Io voglio essere felice!
Voglio che ogni attimo sia
sempre meglio di quello passato.
Voglio il tempo libero, sì ma libero proprio
ogni attimo!
Vorrei che l’oggi restasse oggi senza domani, o domani potesse
tendere all’infinito.
Io non mi rendo mai conto della bellezza grandiosa che
mi ha incontrato. Dello smodato amore che hanno per me i miei amici! Di come mi
guarda la Spado.
E non sono illusioni. Mi hai detto che ci credo ancora. No,
non credo nei sogni. La vita va per concretezze, va per persone, è
inevitabile.
Ad un certo punto ti ho detto “E se fosse tutto per un bene?”.
Mi hai preso per scema. Non m’importava. “E se i dolori, le fatiche, fossero per
qualcosa di bene?”. Allora ti sei fermato. “Non lo so”. Mi piacerebbe dirti di
sì, e raccontarti perché. Se ti potessi guardare negli occhi ancora una
volta!"Robbi
martedì 22 luglio 2008
diario di bordo, giorno 7
Henri Cartier-Bresson