Luglio era freddo, e il gatto della Cice stava morendo. Già, il gatto. E quante scene erano state fatte per quel gatto! Scene di cui lei non si capacitava, purtroppo. Si sentiva una stronza a non provare niente per quel gatto. Ma non ce la faceva. Era più forte di lei. Quel gatto poteva morire in pace o anche no, ma non gliene importava niente!
Il giorno prima pioveva. Poi, era tornato il sole. Inspiegabile come si riesca ad essere veloci e mutevoli come il tempo che cambia.
La sera prima, un pianto a dirotto, come i suoi soliti, che in fondo, le mancava. La mattina dopo, oltre al mal di testa, uno strano senso di gioia, come luccicante da lontano. Ma tanto bastava a farla stare più tranquilla. Mutevole veramente il cuore dell’uomo.
Chissà se era dipeso dagli Oswego. Dagli Oswego imbevuti in cioccolato e rum. Un tantino di troppo in verità. Come si può ubriacarsi con un pacco di biscotti? Piccola Robbi, lei ci era riuscita. Non che fosse una particolare nota di merito, soprattutto perché le era venuta una sbornia triste la sera prima e un gran mal di testa la mattina dopo, quando si era ostinata a mangiarli di nuovo!
Fosse per i biscotti, fosse per il meteo il cuore era in subbuglio. Testimoni, una sottile linea di brufoli sottopelle sulla guancia destra.
E non capiva donde, dunque, quest’angoscia.
Robbi