domenica 31 dicembre 2006

The Fields of Athenry


Lasciateci morire giovani o lasciateci vivere per sempre


Alphaville, Forever Young

sabato 30 dicembre 2006

darcey bussell


Non avevo mai bisogno dell'aiuto di nessuno in nessun modo,
Ma ora quei giorni sono andati e non sono così sicuro di me,
Ora scopro che le mie idee sono cambiate, ho aperto le porte.
Aiutami se puoi, mi sento giù,
E apprezzo molto che tu sia qui,
Aiutami a tornare coi piedi per terra,
Non vuoi per favore per favore aiutarmi?
E adesso che la mia vita è cambiata in molti modi
La mia indipendenza sembra scomparire nella foschia
Ma a volte mi sento così insicuro
Io so che ho bisogno di te come non mai

Beatles, Help!

mercoledì 27 dicembre 2006

The Milkmaid Jan Vermeer



"Mi sembra che tutti questi anni prima di conoscere Clara siano stati ben vuoti, senza scopo, passati unicamente a coltivare quel fottuto matè per far soldi... soldi per chi? per che cosa? io volevo qualcuno per cui fare qualcosa... non costruirmi una vita per me stesso e basta."




Il console onorario, Graham Greene




martedì 26 dicembre 2006

Rain Raymond Brettschneider


Egli è tanto grande da potersi permettere di diventare piccolissimo. Dio ha assunto un volto umano. Solo questo Dio ci salva dalla paura del mondo e dall'ansia di fronte al vuoto della propria esistenza.





Benedetto XVI

venerdì 22 dicembre 2006

Madonna dei Pellegrini Caravaggio


Et incarnatus est
De Spiritu Sancto
Ex Maria Virgine
Et homo facto est

lunedì 18 dicembre 2006

Caspar David Friedrich Moonrise over the Sea 1822

Sciocchi, siamo degli sciocchi, noi, senza neanche sospettarlo, quando smaniamo per qualcosa come se potessimo sapere qual è il nostro interesse. Noi lasciamo il certo per correre dietro all'incerto. E mentre ci agitiamo tra fatiche e dolori, ci sorprende all'improvviso la morte.


Plauto, Pseudolo

domenica 17 dicembre 2006

Millet

"Tu lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fai più. E d'un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno -uno sguardo umano- ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice."



Andrej Tarkovskij

giovedì 14 dicembre 2006

Summertime Edward Hopper


Certe notti per dormire mi metto a leggere,
e invece avrei bisogno di attimi di silenzio.
Certe volte anche con te, e sai che ti voglio bene,
mi arrabbio inutilmente senza una vera ragione.
Sulle strade al mattino il troppo traffico mi sfianca;
mi innervosiscono i semafori e gli stop,
e la sera ritorno con malesseri speciali.
Non servono tranquillanti o terapie ci vuole un'altra vita.


Su divani, abbandonati a telecomandi in mano
storie di sottofondo Dallas e i Ricchi Piangono.
Sulle strade la terza linea del metrò che avanza,
e macchine parcheggiate in tripla fila,
e la sera ritorno con la noia e la stanchezza.
Non servono più eccitanti o ideologie ci vuole un'altra vita.


Franco Battiato, Un'altra vita

mercoledì 13 dicembre 2006

Brooklin Bridge




La ragazza dietro al banco mescolava birra chiara e Seven-up,
e il sorriso da fossette e denti era da pubblicità,
come i visi alle pareti di quel piccolo autogrill,
mentre i sogni miei segreti li rombavano via i TIR...


Bella, d' una sua bellezza acerba, bionda senza averne l' aria,
quasi triste, come i fiori e l' erba di scarpata ferroviaria,
il silenzio era scalfito solo dalle mie chimere
che tracciavo con un dito dentro ai cerchi del bicchiere...


Basso il sole all' orizzonte colorava la vetrina
e stampava lampi e impronte sulla pompa da benzina,
lei specchiò alla soda-fountain quel suo viso da bambina
ed io.... sentivo un' infelicità vicina...


Vergognandomi, ma solo un poco appena, misi un disco nel juke-box
per sentirmi quasi in una scena di un film vecchio della Fox,
ma per non gettarle in faccia qualche inutile cliché
picchiettavo un indù in latta di una scatola di tè...


Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti, senti io ti vorrei parlare...",
poi prendendo la sua mano sopra al banco: "Non so come cominciare:
non la vedi, non la tocchi oggi la malinconia?
Non lasciamo che trabocchi: vieni, andiamo, andiamo via."


Terminò in un cigolio il mio disco d' atmosfera,
si sentì uno sgocciolio in quell' aria al neon e pesa,
sovrastò l' acciottolio quella mia frase sospesa,
"ed io... ", ma poi arrivò una coppia di sorpresa...


E in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa,
cancellarono di colpo ogni riflesso le tendine in nylon rosa,
mi chiamò la strada bianca, "Quant'è?" chiesi, e la pagai,
le lasciai un nickel di mancia, presi il resto e me ne andai...





Francesco Guccini, Autogrill

giovedì 7 dicembre 2006

Tramonto su Burano

Suonano sulla nave i musicisti,
suonano al cielo e il cielo gli risponde


Claudio Chieffo, La Nave

mercoledì 6 dicembre 2006

Particolare pioggia


Hai voglia di me e della vita,
di un giorno qualunque, di una sponda brulla?




Francesco Guccini, Quello che non..

domenica 3 dicembre 2006

Springtime Claude Monet


"Buonasera, signore, cosa vuole?".
Lentamente, come una grande nave che entri in un porto, il largo viso giallo si voltò, e guardò infine indietro, al di sopra della spalla rivestita di bianco.

"Che voglio?" disse la faccia in perfetto inglese:"Grazie, nulla".
e se nè andò frusciando per il giardino che si oscurava rapidamente.

"Il cristiano è più modesto" mormorò Padre Brown:"Vuole qualcosa".



Gilbert Keith Chesterton, La forma errata

sabato 25 novembre 2006

Roberto Bolle

Prima viene la verità, poi il sacrificio: questo è realmente un cambiamento dell'altro mondo! Però, se il sacrificio ti fa percepire la verità della cosa, se viene prima la verità (il fascino) e poi il sacrificio, vuol dire che il fascino aveva già l'ordine del sacrificio. Il sacrificio è per affermare l'ordine: tu non puoi percepire una bellezza, se non affermando un ordine, se non percependo un ordine.

Se tendi la mano per afferarlo, lo perdi; se stacchi la mano, quella verità si libera come un uccello da terra, come un aeroplano da terra, come un aquilone. Allora ciò che ami diventa quilone.


Affezione e Dimora

venerdì 24 novembre 2006

Wheat fields under clouded sky Van Gogh

C'è il momento in cui il silenzio della campagna si compone nel cavo dell'orecchio in un pulviscolo di rumori, un gracchio, uno squittio, un fruscio velocissimo tra l'erba, uno schiocco nell'acqua, uno zampettio tra terra e sassi, lo strido della cicala alto su tutto.
I rumori si tirano un con l'altro, l'udito arriva a sceverarne sempre di nuovi come alle dita che disfano un bioccolo de lana ogni stame si rivela intrecciato di fili sempre più sottili ed impalpabili.


Le rane intanto continuano il gracidio che resta nello sfondo e non muta il flusso dei suoni, come la luce non varia per il continuo ammicco delle stelle. Invece a ogni levarsi o scorrer via del vento, ogni rumore cambiava ed era nuovo.
Solo restava nel cavo più profondo dell'orecchio l'ombra di un mugghio o murmure: era il mare.




Italo Calvino, Il Barone Rampante

mercoledì 22 novembre 2006

Manon Roberto Bolle & Alessandra Ferri


Se almeno fosse possibile amare senza far soffrire... la fedeltà non basta: ero stato fedele ad Anna, eppure l'avevo fatta soffrire. L'urto è nell'atto del possesso: siam troppo piccoli di anima e di corpo per possedere un'altra persona senza orgoglio; o per esserne posseduti senza umiliazione.



Graham Greene, Un americano tranquillo

lunedì 20 novembre 2006

Chalk Cliffs on Rugen Caspar David Friedrich


Forse qualcuno potrebbe dirmi: Ma standotene in silenzio e in tranquillità, o Socrate, non saresti capace di vivere, dopo che te ne sia andato via di qui?
La cosa più difficile di tutte è persuadere alcuni di voi proprio su questo.
Se io vi dicessi che questo significherebbe disubbidire al dio e che per questa ragione non sarebbe possibile che io vivessi in tranquillità, voi non mi credereste, come se io facessi la mia ironia.
Se, poi, vi dicessi che il bene più grande per l'uomo è fare ogni giorno ragionamenti sulla virtù e sugli altri argomenti intorno ai quali mi avete ascoltato discutere e sottoporre ad esame me stesso e gli altri, e che una vita senza ricerche non è degna per l'uomo di essere vissuta; ebbene, se vi dicessi questo, mi credereste ancora di meno.
Invece, le cose stanno proprio così come vi dico, o uomini.





Platone, Apologia

domenica 19 novembre 2006

A woman with parasol Monet

(...)


Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri

e lo vorrei
perchè non sono
quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

(...)

vorrei tornare nei posti dove son stato,
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l' universo.

(...)


Vorrei restare per sempre in un posto solo
per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
impliciti dentro al semplice tuo camminare

e restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce o
nascondere in due sciocchezze che son commosso.

Vorrei cantare il canto delle tue mani,
giocare con te un eterno gioco proibito
che l' oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all' infinito




Vorrei, Francesco Guccini

sabato 18 novembre 2006

Una notte che pioveva

Room in New York Edward Hopper


Era una notte che pioveva
e che tirava un forte vento;
immaginatevi che grande tormento
per un alpino che sta a vegliar!

A mezzanotte arriva il cambio
accompagnato dal capoposto
"Oh sentinella torna al tuo posto,
sotto la tenda a riposar!".

Quando fui stato nella mia tenda
sentii un rumore giù per la valle,
sentivo l'acqua giù per le spalle,
sentivo i sassi a rotolar.

Mentre dormivo sotto la tenda
sognavo d'essere con la mia bella
e invece ero di sentinella
fare la guardia allo stranier

venerdì 17 novembre 2006

A woman holding a balance Jan Vermeer

"L'amore e la precipitazione non vanno d'accordo, Manara. è dalla pazienza che si misura l'amore. Un passo uguale e sicuro: è questa l'andatura dell'amore, che cammini fra due siepi di gelsomino, al braccio di una fanciulla, o da solo tra due file di tombe."




Milosz, Miguel Manara






mercoledì 15 novembre 2006

Shoes Van Gogh


"L'amore non è un'avventura. Prende sapore da un uomo intero. Ha il suo peso specifico. è il peso di tutto il tuo destino. Non puoi amare solo un momento. L'eternità dell'uomo passa attraverso l'amore. Ecco perché si ritrova nella dimensione di Dio. Solo lui è Eternità. L'uomo si tuffa nel tempo. Dimenticare, dimenticare. Esistere solo un attimo, solo adesso - e recidersi dall'Eternità-. Prendere tutto in un momento, e tutto subito perdere. Ah, maledizione dell'attimo che arriva dopo e di tutti gli attimi che lo seguono, nei quali cercherai sempre la strada per ritornare a quello già trascorso, per averlo di nuovo, e attraverso quell'attimo, tutto!"

Andrej Jawien, La bottega dell'orefice


martedì 14 novembre 2006


"...ma il mio cuore è gioioso, come il nido che ricorda e come la terra che spera sotto la neve. Perché so che tutto è dove deve essere, va dove deve andare, ad un luogo assegnato da una sapienza che (il Cielo ne sia lodato!) non è la nostra."



Milosz, Miguel Manara



sabato 11 novembre 2006

Il nocciolo della questione

Compartment C, Car 293 Edward Hopper



..e noi siamo sempre veloci a cambiare
canale,
ma coi piedi piantati per terra,
guardando la vita con aria
distratta,
senza entrare nel campo magnetico della
felicità,
felicità che sappiamo
soltanto
guardare, aspettare,
cercare già fatta,
quasi fosse anagramma perfetto di
"facilità"
barando su un'unica lettera.



Francesco Guccini, Ballando con una sconosciuta



venerdì 10 novembre 2006


"Il secondo piano non era bipartito come quello inferiore e si offriva quindi ai miei sguardi in tutta la sua spaziosa immensità. Le volte, curve e non troppo alte (meno che in una chiesa, più tuttavia che in ogni altra sala capitolare che mai vidi), sostenute da robusti pilastri, racchiudevano uno spazio soffuso di bellissima luce, perché tre enormi finestre si aprivano su ciascun lato maggiore, mentre cinque finestre minori traforavano ciascuno dei cinque lati esterni di ciascun torrione; otto finestre alte e strette, infine, lasciavano che la luce entrasse anche dal pozzo ottagonale interno."




Umberto Eco, Il Nome della Rosa